La Strategia di Specializzazione Intelligente, nota anche come Strategia S3 (Smart Specialisation Strategy), costituisce uno degli strumenti programmatici più rilevanti nel quadro delle politiche europee di coesione e innovazione, anche in coerenza con i principi di sostenibilità ESG e gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Essa ha lo scopo di canalizzare risorse pubbliche e private verso settori e traiettorie tecnologiche in cui i territori presentano un vantaggio competitivo, in termini di asset produttivi, capitale umano e capacità di ricerca e innovazione, orientando così lo sviluppo verso una prospettiva sostenibile, inclusiva e ad alto valore aggiunto.
Specializzazioni Territoriali: definizione e rilevanza strategica
Le specializzazioni territoriali rappresentano le aree di intervento prioritarie, individuate dalle Regioni. Esse costituiscono il perno delle politiche di innovazione smart e consentono un utilizzo mirato delle risorse europee, nazionali e regionali.
Nell’ambito della Strategia Nazionale S3, le aree strategiche di riferimento sono:
A. Sostenibilità ambientale ed economia circolare
B. Tecnologie dell’informazione per l’industria e la società
C. Scienze della vita e tecnologie per la salute
D. Crescita blu ed economia del mare
Tali ambiti tematici rappresentano le matrici su cui poggiano numerosi strumenti di finanza agevolata, tra cui il MINIPIA Puglia, i programmi del PON Ricerca e Innovazione, e le iniziative cofinanziate tramite fondi strutturali europei.
Innovazione e sostenibilità: i quattro assi abilitanti
All’interno del PNRR e delle policy framework europee, la Strategia S3 individua quattro driver trasversali, concepiti per promuovere un’economia della conoscenza basata sull’integrazione tra ricerca scientifica, trasferimento tecnologico e sviluppo industriale.
A. Sostenibilità ambientale ed economia circolare: questo asse promuove l’adozione di modelli di produzione e consumo circolari, favorendo processi rigenerativi, tecnologie pulite e la valorizzazione degli scarti industriali. L’obiettivo è quello di ridurre l’intensità carbonica dei sistemi produttivi e garantire la resilienza delle filiere, in particolare nei settori agroalimentare, edilizio, manifatturiero e delle energie rinnovabili.
B. Tecnologie dell’informazione per l’industria e la società: comprende l’adozione di strumenti digitali avanzati per la trasformazione dei modelli organizzativi e produttivi. Intelligenza artificiale, edge computing, blockchain, data analytics e robotica collaborativa costituiscono gli asset abilitanti per la transizione 4.0, non solo nei settori industriali ma anche nella pubblica amministrazione e nei servizi alla persona.
C. Scienze della vita e tecnologie per la salute: include le tecnologie emergenti in ambito biomedicale, biofarmaceutico e biotecnologico. L’attenzione è posta sulla prevenzione, diagnosi e cura, attraverso modelli integrati di sanità digitale, medicina predittiva e approcci one-health. Questi ambiti rappresentano una leva strategica anche per il riposizionamento competitivo delle filiere pharma e dei dispositivi medici.
D. Crescita blu ed economia del mare: valorizza le risorse marine e costiere come driver di sviluppo sostenibile. Le direttrici comprendono l’acquacoltura innovativa, le biotecnologie marine, le energie rinnovabili offshore, la logistica portuale ecocompatibile e il turismo costiero intelligente. Questo asse è cruciale per le regioni costiere come la Puglia, dove si coniugano biodiversità, know-how e potenziale economico inespresso.
Il contributo di Marco Sponziello: il caso della Terra d’Otranto
In questo contesto si inserisce l’analisi di Marco Sponziello, esperto di sviluppo territoriale e politiche dell’innovazione, che ha approfondito l’applicazione concreta della S3 nella Terra d’Otranto. Il suo contributo evidenzia la necessità di una strategia sistemica e multistakeholder, fondata su un’effettiva convergenza tra politiche regionali, prioritarie nazionali e sfide globali.
Sponziello sottolinea l’importanza della coerenza tra gli assi S3 e le iniziative locali, a partire da quelle focalizzate sulla sostenibilità ambientale e sull’economia circolare, fino alle tecnologie sanitarie e digitali. Particolare attenzione viene rivolta alla strategia di Open Innovation, normata dal Disegno di Legge n. 47/2024, che promuove un ecosistema dell’innovazione sistematizzato secondo i principi della norma UNI EN ISO 56000.
Il framework viene ulteriormente potenziato mediante il riferimento alla ISO 37101, per la gestione sostenibile delle comunità locali, e all’approccio della quintupla elica, che integra istituzioni, imprese, ricerca, società civile e ambiente come fattori co-evolutivi dello sviluppo. Questa impostazione, secondo Sponziello, può fungere da leva strategica per garantire competitività, inclusione e resilienza nei territori più marginali.
Il ruolo strategico di ESG Italia nella transizione sostenibile
ESG Italia, società benefit specializzata in consulenza strategica e servizi innovativi, supporta organizzazioni pubbliche e private nell’adozione di modelli di sviluppo sostenibile, inclusivo e orientato al lungo termine.
Attraverso un approccio sistemico e multistakeholder, ESG Italia promuove l’integrazione tra politiche regionali, priorità nazionali e obiettivi globali, favorendo la coerenza tra strategie di innovazione e transizione ecologica, digitale e sociale.
In linea con le nuove direttive europee, ESG Italia sostiene la creazione di ecosistemi dell’innovazione ispirati agli standard internazionali, come la UNI EN ISO 56000 per l’innovazione e la ISO 37101 per lo sviluppo sostenibile delle comunità.
Il contributo di Marco Sponziello: il caso della Terra d’Otranto
In questo contesto si inserisce l’analisi di Marco Sponziello, esperto di sviluppo territoriale e politiche dell’innovazione, che ha approfondito l’applicazione concreta della S3 nella Terra d’Otranto. Il suo contributo evidenzia la necessità di una strategia sistemica e multistakeholder, fondata su un’effettiva convergenza tra politiche regionali, prioritarie nazionali e sfide globali.
Sponziello sottolinea l’importanza della coerenza tra gli assi S3 e le iniziative locali, a partire da quelle focalizzate sulla sostenibilità ambientale e sull’economia circolare, fino alle tecnologie sanitarie e digitali. Particolare attenzione viene rivolta alla strategia di Open Innovation che promuove un ecosistema dell’innovazione sistematizzato secondo i principi della norma UNI EN ISO 56000.
Il framework viene ulteriormente potenziato mediante il riferimento alla ISO 37101, per la gestione sostenibile delle comunità locali, e all’approccio della quintupla elica, che integra istituzioni, imprese, ricerca, società civile e ambiente come fattori co-evolutivi dello sviluppo. Questa impostazione, secondo Sponziello, può fungere da leva strategica per garantire competitività, inclusione e resilienza nei territori più marginali.
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Verso un futuro intelligente e sostenibile
La Strategia S3 si configura come un dispositivo di policy sofisticato e ad alto impatto sistemico, in grado di orientare gli investimenti verso filiere tecnologiche strategiche, rafforzare la capacità di innovazione dei territori e attrarre risorse europee. Le specializzazioni territoriali costituiscono la chiave per costruire progettualità coerenti, basate su evidenze e allineate alle traiettorie di sviluppo sostenibile.
L’esperienza della Terra d’Otranto, come delineata da Marco Sponziello, dimostra che anche i contesti periferici possono generare valore e innovazione se dotati di una visione sistemica e integrata. Investire nella governance territoriale dell’innovazione significa dotarsi degli strumenti necessari per affrontare le transizioni in corso con efficacia e lungimiranza.
Come integrare i principi di innovazione e sostenibilità all’interno della tua organizzazione
Se la tua organizzazione pubblica o privata intende guardare al futuro e integrare volontariamente i principi di innovazione e sostenibilità secondo la Strategia S3, o se desideri farlo per partecipare a strumenti di finanza agevolata come i bandi PIA, MINIPIA e MINIPIA Turismo della Regione Puglia o di altre Regioni italiane, puoi contare sul supporto dei nostri Manager dell’Innovazione certificati UNI 11814. I nostri esperti sono a disposizione per guidarti nell’identificazione delle aree di intervento strategico, nella redazione progettuale e nell’implementazione operativa degli interventi.